Arresti per traffico illecito di rifiuti.

18.04.2014 12:11

Traffico illecito di rifiuti: a Foggia sequestri per 25mln e 13 in manette

FOGGIA – Sequestro di aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive, per un valore totale di euro 25 milioni di euro, e 13 imprenditori coinvolti. Utilizzata come base operativa l’area di parcheggio di Carapelle della Ecoball Bat di Cerignola.

 

Nell’operazione Black Land si è proceduto al sequestro di aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive per un valore totale di euro 25 milioni di euro, sia in relazione al reato ambientale che agli illeciti amministrativi conseguenti previsti per gli enti e rifiuti per oltre 500 mila tonnellate pari a 5 campi da calcio.

Sono 13 gli imprenditori foggiani e non coinvolti ((uno è sfuggito alla cattura) nel traffico illecito di smaltimento rifiuti sgominato dai carabinieri del Noe di Bari e dalla direzione investigativa antimafia di Bari nell’operazione:

Gerio Ciaffa, nato a Foggia il 13.06.1972 e residente a Ordona.
Erminio Arminio, nato ad Avellino il 17.04.1977 e residente a Bisaccia,
Pasquale Martino Di Ieso, nato ad Avellino il 20.0 1.1969 e residente a Villamaina,
Giuseppe Zenga, nato a Foggia il 18.05.1986 e residente a Carapelle,
Gianluca Cantarelli, nato e residente ad Aversa (CE) il 16.10.1981,
Giuseppe Francesco Caruso nato a Foggia il 04.10.1985 e residente a Ordona,
Donato Petronzi, nato a Modugno (BA) il 24.10.1976 e residente a San Paolo Civitate,
Giuseppe Gamarota, nato a Foggia il 22.08.1980 e residente a Carapelle,
Francesco Di Leno, nato a Orta Nova il 19.12.1959 e residente a Carapelle,
Donato Del Grosso, nato e residente a Carapelle il 03.06.1967
Giuseppe De Nittis, nato a San Giovanni Rotondo il 08.03.1978 e residente a Castelluccio,
Claudio Durante, nato a Cerignola l’8.06.1975 e residente a Stornarella,
Francesco Pelullo nato e residente a Cerignola il 06.12.1974.

L’indagine, iniziata nel marzo 2013, si è servita di sofisticati programmi informatici di monitoraggio ambientale del territorio, di intercettazioni telefoniche, rilevazioni satellitari, servizi di osservazione (con videoriprese effettuate a distanza mediante telecamere ad infrarossi), acquisizioni documentali e consulenze ambientali.

Tra le persone coinvolte nell’inchiesta anche uno dei nome segnalati dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone nella lista I rifiuti campani finiscono in capitanata’ consegnata il 7 ottobre del 1997 alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Migliaia di tonnellate di rifiuti speciali provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio in Campania sarebbero state smaltite illecitamente e senza i trattamenti richiesti in Puglia.

Per la Dda, i rifiuti erano prodotti in diversi comuni della province di Salerno e di Caserta dopo essere stati trasportati nei siti di stoccaggio della ‘Sele Ambiente’ di Battipaglia (Salerno) e della Ilside di Bellona (Caserta).

Nella frazione umida, venivano dapprima conferiti all’impianto di compostaggio della Biocompost Irpino di Bisaccia (Avellino), quindi, senza subire alcun trattamento, accompagnati da falsa documentazione, venivano trasportati e gestiti come se si trattasse di ammendante, per essere definitivamente smaltiti mediante ‘tombamento’ in un enorme cratere ricadente su un’area agricola di Ordona (Foggia), gestita dall’Edil C. dove vi era una autorizzazione al ripristino ambientale.

“La realtà di Ordona per la sua morfologia e per la sua numerosa presenza di cave si presta a essere base strategica per l’occultamento dei rifiuti” sottolinea il pm Giuseppe Gatti .

Almeno 12.000 tonnellate di frazione secca sarebbe dispersa tra Puglia, Basilicata, Molise e Campania, nelle province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Avellino, Caserta, Salerno, Benevento, Potenza e Campobasso.

“I rifiuti, infatti non venivano lavorati e pertanto non diventano ammendante. Va detto – precisa Renato Nitti del pool ambiente della Dda – che il cratere si trova a pochi chilometri da quella che viene definita la ‘Pompei di Puglia’, ovvero dagli scavi di Herdonia. Sito che comunque abbiamo bonificato per evitare qualsiasi danno archeologico”.

Conferiti alla Spazio Verde Plus di Carapelle, sempre in Capitanata, e, dopo essere stati trasportati in un capannone di stoccaggio in località ‘Santa Cecilietta’ a Foggia, venivano sversati illecitamente in aree diverse in Puglia, Campania, Basilicata e Molise, talvolta anche vicino a laghi e corsi d’acqua protetti e di grande rilevanza paesaggistica e faunistica.

In taluni casi i rifiuti venivano incendiati subito dopo lo sversamento. Per gli smaltimenti illeciti veniva utilizzata come base operativa l’area di parcheggio di Carapelle della Ecoball Bat di Cerignola. All’operazione interforze hanno preso parte più di 150 investigatori.